“Siamo pronti con l’incubatore EKOS: Economia Circolare nella filiera Pelle, sarà una eccellenza. Con il programma EKOS si intende avviare il primo incubatore nazionale sul tema dell’economia circolare. L’obiettivo è effettuare uno scouting di idee e/o progetti innovativi, da sviluppare all’interno dell’incubatore”. Così il direttore generale della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle materie concianti (Organismo di Ricerca Nazionale delle CCIAA di Napoli, Pisa e Vicenza) in occasione del Jazz’Inn il format della Fondazione Ampioraggio. A Pietrelcina (Benevento) l’appuntamento che stimola incontri tra domanda e offerta di innovazione lontani dai luoghi comuni, per ‘sequestrare’ imprenditori, amministratori pubblici, startup e ricercatori per giornate di ‘slow dating for innovation’.“Partiamo dalla Campania ma è progetto nazionale a servizio del settore conciario italiano” aggiunge Imperiale.

 

Per la Stazione Sperimentale, che ha il suo Headquarter presso il Parco Tecnologico Adriano Olivetti di Pozzuoli, sono intervenuti Gianluigi Calvanese, responsabile dei laboratori SSIP, e Valeria Allocca responsabile Servizio acquisti e contratti.

 

La call presentata si rivolge a: start up, aspiranti imprenditori, ricercatori, professionisti e giovani che presentino idee o progetti innovativi da sviluppare. Una attività possibile grazie al know-how del Politecnico del Cuoio che è nato dall’esperienza della Stazione Sperimentale Industria Pelli.

 

Per la realizzazione dell’incubatore, costituito un Advisory Board, con indirizzi precisi, costituito da Luigi Gallo (Responsabile Area Innovazione e Competitività Invitalia -Gli strumenti e le opportunità per lo sviluppo di impresa nei settori Green), Mario Malinconico (Dirigente di ricerca IPCB-CNR – Le nuove frontiere della ricerca nel campo dei biomateriali: opportunità per il settore conciario, tra innovazione di prodotto e valorizzazione degli scarti), Paolo Masoni (Presidente Ecoinnovazione srl – La valutazione del ciclo di vita dei prodotti (LCA) e l’economia circolare: una necessaria sinergia), Patrizia Ranzo (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” – Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Design e Innovazione – La valorizzazione dei territori culturali della moda e le strategie per la sostenibilità ambientale e sociale), Giovanni Sannia (Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Presidente del Master Bioeconomy in the Circular Economy – BIOCIRCE  – Ruolo della Accademia nella formazione di nuovi profili professionali a sostegno della Bioeconomia. Scenari di sviluppo delle imprese conciarie; ruolo delle biotecnologie per lo sviluppo di processi bio-based), Alessandra Storlazzi (Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli – Corso di Laurea in Economia aziendale e Green Economy – Le Imprese Green e il quadro normativo nazionale e comunitario in materia di Green e Circular Economy).

 

“I progetti saranno volti – chiariscono i promotori di EKOS – a migliorare la conoscenza del prodotto ‘pelle’ in ottica sostenibile, a supportare il trasferimento e/o la nascita di nuove soluzioni e strumenti volti a favorire: o la trasparenza delle informazioni o la tracciabilità dei prodotti o la valorizzazione degli scarti.  Con la call si intende dunque avviare il primo incubatore nazionale sull’economia circolare per accorciare le distanze tra i consumatori e produttori di pelle migliorandone la conoscenza, avviare nuove collaborazioni per lo sviluppo di soluzioni innovative relative ai temi dell’economia circolare e della sostenibilità della filiera pelle”.

 

La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli è l’Organismo di Ricerca Nazionale deputato a promuovere e sviluppare l’innovazione di processo e di prodotto e dei servizi dell’industria conciaria, supportare il potenziamento e lo sviluppo del capitale umano, anche attraverso la formazione di nuove figure manageriali, al fine di migliorare la capacità competitiva a livello internazionale per qualità della produzione, sviluppo tecnologico e sostenibilità ambientale a vantaggio dell’intera filiera e dei principali mercati obiettivo: Arredamento, Automotive, Calzatura, Interiors, Moda, Pelletteria.

 

Il settore conciario (1218 aziende, 17612 addetti) e sua filiera per competere hanno la necessità di investire in tecnologie abilitanti per migliorare processi e la qualità dei prodotti nel rispetto dell’ambiente.

 

Creare un contenitore nazionale in grado di sviluppare ulteriormente una realtà produttiva di significativa consistenza per l’economia del Paese e che sia in grado di promuovere la nascita di un’organizzazione “scaffold” per il mercato dell’economia circolare analoga a Slow Food in campo alimentare.

 

La mission è presidiare lo scouting tecnologico in differenti aree che fanno capo a differenti discipline dalla chimica all’ingegneria chimica dalla genetica e dalla biologia alle biotecnologie. Favorire, poi, la nascita di startup, spinoff, brevetti e progetti di innovazione ad alto contenuto tecnologico applicati ai sistemi di produzione a minor impatto ambientale e maggiormente rispondenti alle esigenze del mercato, comprese le tematiche inerenti la tutela dei consumatori, lo studio di sistemi di contenimento delle emissioni (riciclo delle acque, abbattimento solventi, etc.), la valorizzazione dei rifiuti solidi (fanghi, ritagli di pelle) derivanti dalla lavorazione conciaria e tutti gli aspetti riguardanti le innovazioni di processo e di prodotto che possono interagire sul settore concia e sugli utilizzatori di cuoio(es. automotive, moda, arredamento, calzature, interior design).

 

“Molte attività e progetti sono già in corso. Il progetto ‘LeatherCraft’ –spiega Serena Iossa responsabile del Politecnico del Cuoio – si propone come una nuova possibile modalità di riutilizzo dei rifiuti solidi provenienti dall’industria conciaria, con l’obiettivo di realizzare un nuovo materiale polimerico, utilizzabile in sistemi produttivi di tipo additivo, partendo dagli scarti delle pelli conciate”.

 

“La valorizzazione di fanghi derivanti da impianti consortili conciari ha, invece, l’obiettivo di valorizzare – spiegano dal Politecnico – residui solidi favorendone il loro reimpiego come fonte energetica, con evidenti vantaggi sul piano sia economico che ambientale, con l’obiettivo di favorire l’inserimento di fanghi da lavorazioni conciarie in cicli virtuosi di valorizzazione. La valorizzazione del cuoio e degli scarti di produzione prevedere, ancora,  la possibilità di impiego di tali residui per la produzione di manufatti ecosostenibili da impiegare anche nel campo agricolo e floro-vivaistico con il valore aggiunto per le imprese legato anche alla diminuzione dei costi di smaltimento dei residui solidi”.

 

 

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